Studio DDP
"Il tempo... nessuno lo vede e lo valorizza, ma in ogni progetto, anche in quelli che sembrano più semplici, viene dedicato molto tempo."
Informazioni su ddp Studio
Lorenzo De Bartolomeis, Gabriele Diamanti e Filippo Poli, sono tre liberi professionisti che collaborano con il marchio ddpstudio dal 2009. Provengono da background diversi (architettura, design, paesaggio, grafica), cercando di riunirli in una poetica complessiva che coinvolga pienamente il mondo del design. .
Nel primo anno di collaborazione vincono il Milano Public Design Festival con l'installazione Bevetene Tutti; diventano direttori creativi del nuovo marchio Almove, disegnando il marchio stesso e i prodotti.
Nel 2011 iniziano a collaborare con Ferrari Store, progettando installazioni temporanee in diverse occasioni in Italia e nel mondo.
Ddpstudio si occupa del restyling dell'identità aziendale Elmec, dal marchio agli stand fieristici. Si occupano anche di progetti di architettura e di interni e sono stati invitati e premiati in concorsi di architettura e design.
Intervista a ddp Studio
Perché la sostenibilità è importante per te?
Crediamo che la sostenibilità riguardi la qualità e la durata di un prodotto. Ciò significa che prestiamo attenzione alla lavorazione, alle materie prime e anche al processo produttivo stesso. Oggetti mal progettati o mal prodotti, anche se realizzati con materiali ecosostenibili, sono secondo noi agli antipodi di quello che riteniamo essere un corretto utilizzo delle risorse che il pianeta terra ci mette a disposizione.
È cambiato il tuo atteggiamento nei confronti del design negli ultimi anni, come vedi la tua evoluzione?
Con l'esperienza siamo diventati meno innocenti e più pratici nel nostro approccio. Oggi siamo più efficienti perché abbiamo una maggiore conoscenza dei processi produttivi, delle scelte strategiche delle imprese, dei vincoli commerciali e dell'intero processo di creazione che sta dietro la nascita di un prodotto. Forse siamo più capaci di anticipare ed evitare potenziali problemi già dalla fase di brainstorming in poi.
Quando hai progettato il tuo prodotto D3CO, qual era l'obiettivo finale che volevi raggiungere?
Non c'è molto che non sia già stato visto nel mondo dei divani. Abbiamo voluto ripensare l'oggetto prendendoci alcune libertà, immaginandolo utilizzato per conversazioni informali, o anche per una bella siesta pomeridiana, proprio come piace a noi stessi.
La forma segue la funzione?
Crediamo che il design debba rispondere a esigenze pratiche, ma la svolta inaspettata è questo piccolo plus che ci si aspetta sempre da noi designer.
In che modo il design cambia il mondo?
Un po' di modestia: il design non cambierà il mondo. Idee intelligenti, certo, ma poi trovarle inventando soluzioni progettuali fa parte del nostro lavoro. D'altra parte il design può assolutamente dare un contributo per elevare il rapporto che abbiamo con gli oggetti. - Come fa Casquet, che introduce una dimensione ludica che può aiutarci a vedere la vita quotidiana con occhi diversi.
Cosa ti piace di più del lavorare nel design?
Ci piace progettare la soluzione di ogni problema, questo è in un certo senso uno stile di vita che accomuna tutti i membri di ddpstudio. La parte più bella è paradossalmente anche quella più faticosa. È la discussione permanente delle idee del brainstorming che risultano dal brainstorming, dalle loro iterazioni, dalla sensazione di fare due passi avanti e poi tre indietro. A volte bisogna essere disposti ad abbandonare idee che sembravano la soluzione giusta, mettersi in gioco, riprendere fiducia, ascoltare le opinioni dei clienti e infine sviluppare il prodotto.
Qual è la parte invisibile del tuo lavoro, puoi descrivercela?
Il tempo... nessuno lo vede e lo valorizza, ma tanto tempo c'entra in ogni progetto, anche in quelli che sembrano più semplici.
Qual è stata la tua giornata preferita al lavoro negli ultimi anni e perché?
Il giorno prima delle vacanze, come il rientro a scuola, in questo non siamo cambiati.