Marco Cattaneo | Chiara Salvucci
"Il sorriso orgoglioso del nostro cliente soddisfatto è qualcosa che non ha prezzo."
Intervista a Marco Cattaneo + Chiara Salvucci
Perché la sostenibilità è importante per te?
Dobbiamo tutti puntare a un modello di vita sostenibile. Il mondo ci presenta il conto e l’umanità non può più fare a meno di ascoltarlo. Anche nel nostro settore c'è l'esigenza di andare oltre la proposta di qualcosa di nuovo, bello e funzionale, mostrando un approccio sensibile e maturo ai bisogni e alle esigenze del mondo e quindi di ognuno di noi. La nostra attenzione alla sostenibilità è sicuramente cresciuta negli ultimi anni ed è per questo che abbiamo da subito condiviso e abbracciato l'approccio della vostra azienda. La vostra impresa è nata con la comprensione di questa esigenza e il desiderio di rispondere al problema. Secondo noi stanno già portando avanti, con grande sensibilità, i cambiamenti che presto saranno necessari per tutte le aziende del design.
È cambiato il tuo atteggiamento nei confronti del design negli ultimi anni, come vedi la tua evoluzione?
Viviamo in un’era di cambiamenti costanti e complessi. Ciò si riflette nello stile di vita, nei bisogni e anche nel modo di progettare. Cerchiamo quindi di avere un atteggiamento di attenzione e di analisi, unito ad un pensiero estetico critico ed etico. Ciò permette alla nostra personale interpretazione espressiva di essere in continua evoluzione. Indubbiamente nel tempo la nostra attenzione si è concentrata maggiormente sui materiali, e allo stesso tempo abbiamo sperimentato una maggiore fluidità del design applicato ad ambiti diversi ma sempre più connessi (interior, product, grafica e scenografia). Ci piace l’idea di attingere a tante discipline per creare il nostro linguaggio.
Quando hai progettato Bruno, qual era il tuo obiettivo finale che volevi raggiungere?
I materiali di Bruno sono completamente naturali. Il nostro obiettivo era esprimere questa purezza dei materiali anche nel design del pezzo. Il processo creativo è stato un lavoro di spogliazione e purificazione, alla ricerca della semplicità essenziale e necessaria. L'ispirazione per Bruno affonda le sue radici nel mondo naturale, ma non cerca una risposta immediata nella somiglianza con una specifica forma naturale. Il suo scopo è invece avvicinarsi alla qualità intrinseca della natura: le elevate capacità adattative che le forme di vita hanno in natura. L'obiettivo è stato quindi quello di creare un oggetto dalla forma organica, compatta ma sinuosa, un unico volume pieno, senza fronzoli (dove scompare la marcata distinzione tra gli elementi di schienale, seduta e braccioli) capace di adattarsi ad accogliere tutti nelle sue forme abbondanti e i suoi ampi cuscini.
In che modo il design cambia il mondo?
MARCO: In questo momento storico è più evidente che mai come e perché il design cambierà il mondo. Questo virus ci sta mettendo alla prova e le difficoltà tirano fuori il meglio dell’umanità. Ora più che mai il lavoro dei designer è importante per trovare soluzioni pratiche alle nuove esigenze del mondo. Crediamo fermamente che questa esperienza porterà tutti noi, compresi designer e aziende, a sviluppare un approccio più consapevole e sostenibile verso il mondo e verso noi stessi.
CHIARA: Il designer deve osservare, sintetizzare e rispondere con la propria interpretazione ai bisogni umani del suo tempo. La sensibilità per il quotidiano gli consente di migliorare le condizioni di vita del singolo e della comunità, - sia con invenzioni essenziali e fondamentali - ma anche con "giocattoli" divertenti e gioiosi, compiendo atti quotidiani di resistenza e di bellezza!
Cosa ti piace di più del design?
La passione è quella cosa che ti fa lavorare senza pensare che stai lavorando. Ti fa alzare la mattina, entusiasta di poter tornare subito al tuo progetto e disegnare le idee che hai in testa. Il processo creativo è la cosa che amiamo di più del nostro lavoro. Il lenzuolo bianco e la scintilla che lo trasforma sono la nostra linfa vitale.
CHIARA: Il design per me è un approccio creativo al mondo che mi permette di aprirmi a realtà diverse in cui posso unire molte delle mie passioni o scoprire nuovi mondi. Mi obbliga a crescere sempre, a non accontentarmi mai e ad imparare da tutto. Mi mette sempre di fronte a nuove sfide che possono anche sembrare impossibili finché non mi rendo conto di averle superate. Inoltre, il design è discretamente onnipresente nella vita di ognuno, dal volantino per terra alla panchina del parco, dal sito web agli edifici delle nostre città, dallo sgabello al cartello stradale. Il design è ovunque e applicabile a tutto, uno stimolo continuo per tutti.
MARCO: Il design è sempre stata la mia passione, infatti non mi piace dire “lavoro come designer o architetto” perché sento di “essere” designer e architetto. Ricordo che da bambino con i miei amici c'era chi voleva fare il poliziotto, chi l'astronauta, e io volevo fare l'inventore... la cosa più vicina all'inventore che ho trovato da grande è stata essere un designer.
Qual è stata la tua giornata preferita al lavoro negli ultimi anni e perché?
Per fortuna ci sono tante belle giornate nel nostro lavoro, ma forse la conclusione di un progetto è il momento più emozionante. Che si tratti della presentazione ufficiale di un prodotto o dell'inaugurazione di uno spazio, il gran finale è sempre un momento in cui ripensare al lavoro svolto. Infine, raccogliere il frutto di tanto duro lavoro e vederlo trasformato in qualcosa di reale con il sorriso orgoglioso del nostro cliente soddisfatto, è qualcosa che non ha prezzo.